Barattolo in alluminio
Contenuto: 60 ml
Il Gaye Holud o Gaye Halud (letteralmente “giallo/curcuma sul corpo”) è un’antica cerimonia beneaugurale tipica del Bangladesh e di alcuni stati dell’India (Bengala Occidentale, Tripura e nella Barak Valley, regione del sud dell’Assam). Fa parte dei lunghi rituali del matrimonio per i musulmani, gli indù e i cristiani.
Holud in lingua bengalese è il nome della Curcuma, protagonista di questa cerimonia, ma significa anche “giallo”.
Questa cerimonia si svolge alcuni giorni prima del matrimonio vero e proprio, in genere dopo la cerimonia del Mehendi per la sposa, cosicché lei avrà durante il Gaye Holud le mani, le braccia e i piedi adornati con i decori di henné.
Tradizionalmente la sposa e lo sposo ricevono la cerimonia del Gaye Holud separatamente, in giorni diversi, in presenza dei parenti e degli amici di entrambi, ma non del/la futuro/a consorte. Tuttavia recentemente alcuni preferiscono unire le due cerimonie, cosicché i futuri sposi si ritrovano a celebrare il Gaye Holud insieme.
Prima che inizi il Gaye Holud, gli invitati entrano nel luogo in cui si svolgerà la cerimonia, accompagnati da canti e danze. La cerimonia vera e propria inizia quando fanno la comparsa la sposa o lo sposo. La sposa fa il suo ingresso procedendo sotto un prezioso velo rosso, portato dalle parenti e amiche a mo’ di baldacchino.
La sposa/lo sposo viene fatta/o sedere su una pedana ornata. Di fronte alla sua seduta si trovano dei vassoi pieni di frutta e dolci. Inoltre sono esposti molti regali, tra i quali anche il vestito da sposa, in genere portati dai partecipanti.
Tutto il locale in cui si svolge la cerimonia è decorato in ogni modo: ad esempio, con tessuti colorati (dove domina il giallo), fiori di Genda (Tagete), decorazioni Alpana (dei decori realizzati a terra con colori o polvere di riso mescolata a pigmenti naturali, tra i quali anche la Curcuma), luci colorate, ecc…
Per la cerimonia viene realizzata una pasta mescolando la Curcuma ad altri ingredienti. Di solito olio di sesamo, sandalo, acqua di rose, ma talvolta anche zenzero o henné o latte o ancora altri ingredienti profumati e purificanti.
A cominciare dalla madre della sposa/dello sposo (o dai genitori insieme) procedendo per anzianità o parentela, tutti gli ospiti si siedono di fianco alla sposa/allo sposo e passano sul viso o le parti scoperte della sposa/dello sposo questa pasta.
Il giallo della Curcuma macchierà la pelle, da cui il nome della cerimonia “giallo sul corpo“, la purificherà e porterà fortuna alla coppia.
Dopo aver passato la pasta di Curcuma, ogni ospite offre alla sposa/allo sposo un dolce o della frutta perché il matrimonio sia pieno di dolcezza.
La cerimonia del Gaye Holud viene realizzata in svariati modi a seconda dello status sociale dei protagonisti: dalla più semplice festa nei villaggi, realizzata sotto una semplice struttura di canna di bambù e tessuto colorato posta tra le capanne, alla più sfarzosa cerimonia di città che si svolge in hotel lussuosi dalle sale riccamente ornate e in cui lo sposo/la sposa fa il suo ingresso su portantine come ai tempi dei Maharaja.
In tutti i casi non mancano le danze e i canti, un tempo tradizionali, ma più recentemente moderne in stile Bollywood, che trasformano questa cerimonia in un momento di festa e gioia per tutti i partecipanti.
La grande protagonista del Gaye Holud è la curcuma. Il rizoma della curcuma essiccato, polverizzato ridotto in pasta, ha un’azione purificante e antisettica sulla pelle, inoltre ha un effetto illuminante. La pelle risulta così luminosa e dorata.
In tempi recenti e nelle cerimonie dei benestanti dove abbondano i fotografi si fa attenzione a sporcare il meno possibile il viso e il trucco della sposa, magari concentrando l’applicazione della pasta in qualche punto o sulle mani o i piedi.
Mentre nei villaggi o se alla cerimonia sono presenti tanti giovani si tende a rendere questo evento molto scherzoso e la sposa, ma soprattutto lo sposo, vengono coperti ovunque sia possibile di pasta di curcuma. E per finire li si sommerge di petali di fiori.
La curcuma ha anche una funzione simbolica protettiva per gli sposi e rientra tra i rituali beneaugurali che porteranno fortuna alla coppia.
Tra gli indù e nelle regioni indiane in cui si parla hindi, la cerimonia del Gaye Holud si chiama anche Gatra Haridra o Haldi Rasam (Haridra e Haldi sono i nomi sanscriti della curcuma) e affonda le radici nei tempi dei Veda.
La cerimonia del Gaye Holud è veramente molto coinvolgente, ricca di canti, danze tradizionali o moderne. Affascinanti sono le decorazioni e l’allestimento della cerimonia. Su tutto domina il colore giallo, che porta con sé tutta la sua simbologia benaugurante.
È un onore essere invitati a un Gaye Holud e partecipare a un momento in cui gli sposi vengono benedetti in qualche modo da chiunque partecipi al cerimoniale.
È molto suggestivo e carico di simbologia il momento in cui gli invitati passano la pasta di Curcuma sulla pelle della sposa o dello sposo e poi offrono un dolce.
Il significato profondo è quello di augurare alla coppia che dal matrimonio venga gioia, come gioioso è il cerimoniale, luminosità, come l’effetto della curcuma sulla pelle, e dolcezza, come i dolci che si sciolgono in bocca.
Il Gaye Holud o Gaye Halud (letteralmente “giallo/curcuma sul corpo”) è un’antica cerimonia beneaugurale tipica del Bangladesh e di alcuni stati dell’India (Bengala Occidentale, Tripura e nella Barak Valley, regione del sud dell’Assam). Fa parte dei lunghi rituali del matrimonio per i musulmani, gli indù e i cristiani.
Holud in lingua bengalese è il nome della Curcuma, protagonista di questa cerimonia, ma significa anche “giallo”.
Questa cerimonia si svolge alcuni giorni prima del matrimonio vero e proprio, in genere dopo la cerimonia del Mehendi per la sposa, cosicché lei avrà durante il Gaye Holud le mani, le braccia e i piedi adornati con i decori di henné.
Tradizionalmente la sposa e lo sposo ricevono la cerimonia del Gaye Holud separatamente, in giorni diversi, in presenza dei parenti e degli amici di entrambi, ma non del/la futuro/a consorte. Tuttavia recentemente alcuni preferiscono unire le due cerimonie, cosicché i futuri sposi si ritrovano a celebrare il Gaye Holud insieme.
Prima che inizi il Gaye Holud, gli invitati entrano nel luogo in cui si svolgerà la cerimonia, accompagnati da canti e danze. La cerimonia vera e propria inizia quando fanno la comparsa la sposa o lo sposo. La sposa fa il suo ingresso procedendo sotto un prezioso velo rosso, portato dalle parenti e amiche a mo’ di baldacchino.
La sposa/lo sposo viene fatta/o sedere su una pedana ornata. Di fronte alla sua seduta si trovano dei vassoi pieni di frutta e dolci. Inoltre sono esposti molti regali, tra i quali anche il vestito da sposa, in genere portati dai partecipanti.
Tutto il locale in cui si svolge la cerimonia è decorato in ogni modo: ad esempio, con tessuti colorati (dove domina il giallo), fiori di Genda (Tagete), decorazioni Alpana (dei decori realizzati a terra con colori o polvere di riso mescolata a pigmenti naturali, tra i quali anche la Curcuma), luci colorate, ecc…
Per la cerimonia viene realizzata una pasta mescolando la Curcuma ad altri ingredienti. Di solito olio di sesamo, sandalo, acqua di rose, ma talvolta anche zenzero o henné o latte o ancora altri ingredienti profumati e purificanti.
A cominciare dalla madre della sposa/dello sposo (o dai genitori insieme) procedendo per anzianità o parentela, tutti gli ospiti si siedono di fianco alla sposa/allo sposo e passano sul viso o le parti scoperte della sposa/dello sposo questa pasta.
Il giallo della Curcuma macchierà la pelle, da cui il nome della cerimonia “giallo sul corpo“, la purificherà e porterà fortuna alla coppia.
Dopo aver passato la pasta di Curcuma, ogni ospite offre alla sposa/allo sposo un dolce o della frutta perché il matrimonio sia pieno di dolcezza.
La cerimonia del Gaye Holud viene realizzata in svariati modi a seconda dello status sociale dei protagonisti: dalla più semplice festa nei villaggi, realizzata sotto una semplice struttura di canna di bambù e tessuto colorato posta tra le capanne, alla più sfarzosa cerimonia di città che si svolge in hotel lussuosi dalle sale riccamente ornate e in cui lo sposo/la sposa fa il suo ingresso su portantine come ai tempi dei Maharaja.
In tutti i casi non mancano le danze e i canti, un tempo tradizionali, ma più recentemente moderne in stile Bollywood, che trasformano questa cerimonia in un momento di festa e gioia per tutti i partecipanti.
La grande protagonista del Gaye Holud è la curcuma. Il rizoma della curcuma essiccato, polverizzato ridotto in pasta, ha un’azione purificante e antisettica sulla pelle, inoltre ha un effetto illuminante. La pelle risulta così luminosa e dorata.
In tempi recenti e nelle cerimonie dei benestanti dove abbondano i fotografi si fa attenzione a sporcare il meno possibile il viso e il trucco della sposa, magari concentrando l’applicazione della pasta in qualche punto o sulle mani o i piedi.
Mentre nei villaggi o se alla cerimonia sono presenti tanti giovani si tende a rendere questo evento molto scherzoso e la sposa, ma soprattutto lo sposo, vengono coperti ovunque sia possibile di pasta di curcuma. E per finire li si sommerge di petali di fiori.
La curcuma ha anche una funzione simbolica protettiva per gli sposi e rientra tra i rituali beneaugurali che porteranno fortuna alla coppia.
Tra gli indù e nelle regioni indiane in cui si parla hindi, la cerimonia del Gaye Holud si chiama anche Gatra Haridra o Haldi Rasam (Haridra e Haldi sono i nomi sanscriti della curcuma) e affonda le radici nei tempi dei Veda.
La cerimonia del Gaye Holud è veramente molto coinvolgente, ricca di canti, danze tradizionali o moderne. Affascinanti sono le decorazioni e l’allestimento della cerimonia. Su tutto domina il colore giallo, che porta con sé tutta la sua simbologia benaugurante.
È un onore essere invitati a un Gaye Holud e partecipare a un momento in cui gli sposi vengono benedetti in qualche modo da chiunque partecipi al cerimoniale.
È molto suggestivo e carico di simbologia il momento in cui gli invitati passano la pasta di Curcuma sulla pelle della sposa o dello sposo e poi offrono un dolce.
Il significato profondo è quello di augurare alla coppia che dal matrimonio venga gioia, come gioioso è il cerimoniale, luminosità, come l’effetto della curcuma sulla pelle, e dolcezza, come i dolci che si sciolgono in bocca.